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Restauro delle "Fonti del Poggiolo" - Arcidosso (GR)

Fonte del Poggiolo
La fonte del Poggiolo ad Arcidosso è un'elegante fontana in ghisa a forma di tempietto neogotico. Fu progettata da Francesco Leoni e fusa nel 1833 nella "Imperiale e Reale Fonderia di Follonica". Collocata in origine nella piazza principale di Grosseto, fu rimossa nel 1846 per far posto ad un monumento dedicato al Granduca Leopoldo II di Lorena; le parti furono smontate e rimontate nella piazzetta del Poggiolo ad Arcidosso.
Ad Arcidosso può essere indirettamente associato il nome di Galileo Galilei per una sua "passione letteraria". Infatti, nel paese alle pendici dell'Amiata nacque, nel 1564, Giovanni Domenico Peri, poeta contadino che componeva nelle ore libere dal lavoro dei campi. Ai suoi poemi in ottava rima Galileo si interessò nel periodo di residenza padovano, come testimonia una lettera che il Ciampoli inviò allo scienziato pisano il 24 luglio 1610, informandolo che il Peri, pur colmato di doni dai granduchi che lo vorrebbero presso di loro, non intende lasciare la sua terra, unica fonte di ispirazione per lui: «Gli pareva, su questi caldi, – scrive il Ciampoli – inaridito per lui il fonte d'Elicona, che solamente gli pare di saper trovare tra i boschi e le fontane d'Arcidosso, donde però non si vuol partire, non ostante l'invito cortesissimo di questi Ser.mi Padroni, che l'hanno regalato di libri a sua voluntà, di vestito per tutta la sua famiglia, e di quattro altre moggia di grano».
Restauro di una parte dei mosaici pavimentali della "CHIESA DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA" - Grosseto

La chiesa fu costruita agli inizi del Novecento, su progetto dell'ingegner Ernesto Ganelli, divenendo il luogo di culto di riferimento per gli abitanti della corrispondente area semicentrale cittadina che andava sviluppandosi proprio in quel periodo.
Nel 1937 fu donata la campana, tuttora funzionante, come indicato da una lapide alla base del campanile.
Negli anni cinquanta, con la costruzione della più grande Basilica del Sacro Cuore, l'edificio religioso fu subordinato alla parrocchia che ebbe sede nella nuova e più grande chiesa di via della Pace.
La chiesa della Medaglia Miracolosa si presenta ad aula unica in stile neoromanico, con abside semicircolare e campanile che si eleva sulla parte posteriore sinistra: la torre campanaria presenta nella parte sommitale quattro bifore, che si aprono una per lato all'altezza della cella campanaria.
Le strutture murarie, sia della chiesa che del campanile, si caratterizzano per un particolare effetto bicromatico conferito da una regolare alternanza di travertino e mattoni, disposti in successioni che interessano senza soluzione di continuità l'intero impianto murario esterno.
La facciata a capanna si caratterizza per il portale d'ingresso architravato, preceduto da tre gradini e sormontato da una lunetta, chiusa alla sommità da un arco a tutto sesto, al cui interno è scolpita una scultura. Nella parte superiore della facciata si apre al centro un piccolo rosone di forma circolare. Ciascuna delle due pareti laterali si caratterizza per la presenza di quattro monofore a tutto sesto, intervallate nella parte centrale da un rosone circolare che si apre nella parte superiore, alla stessa altezza di quello della facciata.
L'interno è a navata unica, con pareti intonacate.
Restauro del Portale della "CHIESA DI S.AGNESE" - Montrpulciano (SI) -

La chiesa di Sant’Agnese si trova a Montepulciano. Eretta dal 1306 per volere della poliziana Agnese Segni, alla fine del ’600 fu radicalmente ristrutturata.La facciata conserva il portale trecentesco mentre le altre parti ornamentali vennero realizzate nel ’900. La torre campanaria in mattoni risale agli inizi del ’700.L’interno a navata unica conserva un affresco trecentesco con la "Madonna col Bambino" della scuola di Simone Martini, un "Crocifisso" in legno di scuola renana del ’200, "San Michele Arcangelo sconfigge il demonio" di Francesco Curradi (fine ’500), un affresco con la "Madonna del latte" di scuola senese della metà del ’400.Sull’altare maggiore si conserva il corpo della santa domenicana. Nella sagrestia e nei locali del santuario sono contenute numerose testimonianze della santa.
Restauro della facciata di "Palazzo del Capitano" - Siena -

E’ il palazzo che ospitava i Priori ed il Capitano del Popolo, che governavano in nome della Repubblica di Siena e amministravano la giustizia. I Priori rappresentavano gli Ordini cittadini e si riunivano in Consiglio insieme al Capitano del Popolo, che - a partire dal 1252 - era la suprema autorità politica della città.
Le iscrizioni sui numerosi stemmi che ornano la facciata, indicano chi abitò in questo palazzo. Fra gli stemmi più interessanti, vi sono quello dei Piccolomini, con cinque mezzelune, e i due dei Bandinelli, uno del 1400 e uno del 1471. Una lapide murata al centro dell'edificio ricorda che il Palazzo fu eretto nel 1425, per volontà del Capitano Pietro Salimbeni Benassai. Ai lati del portale stanno due finestre quadrangolari. L'arco in mattoni sul lato destro, la finestra e la porta sono aggiunte posteriori alla costruzione. Molto eleganti sono i due antichi ferri battuti, a forma di testa d’animale reggi-anello, usati per legare i cavalli. Il fianco più modesto dell'edificio è quello, oggi restaurato, che guarda la piazza. Dalla scala coperta scendevano i Priori per andare alle riunioni del Consiglio che si tenevano nella Chiesa di San Martino.
Restauro delle facciate di "Palazzo Franci" - Siena -

Siena - Palazzo Franci (1870)
Un edificio storico, nato intorno al 1870 per volontà di Pasquale Franci, che intendeva destinare il piano terra alle Officine Franci, specializzate nella lavorazione del ferro ed il primo piano alla residenza privata.Grazie al forte sviluppo dell’azienda, i lavori vengono completati nel 1880 dall’architetto Giuseppe Partini, che modifica ed amplia il progetto originario.
Un importante contributo è dato dai pittori Pietro Mazzuoli e Giorgio Bandini, che insieme all' Architetto Purini rappresentano i principali interpreti del "Purismo" senese.
Nel 2000 un’importante ristrutturazione ha restituito ai locali l’antico splendore.